L'osteria può essere considerata un monumento alla lealtà umana: dopo aver consumato, il conto dovrete farlo da soli. Manca l'oste. Entri, ti servi e te ne vai, non prima d'aver depositato i soldi del conto (che devi farti da solo) in una cassettina di legno a forma di casa, munita di un piccolo lucchetto, sul cui tetto il falegname ha inciso questa sentenza: «L'onestà lascia il segno».
L'Osteria senza oste è una casa colonica di tre piani in pietra e mattoni, con stalla e fienile, costruita fra le viti a fine '800. Dentro ci sono il camino, il secchiaio di marmo, i salami appesi nella moscaróla che li difende dagli insetti, il filo elettrico intrecciato, gli interruttori di porcellana, le carte da gioco trevisane; insomma è un santuario della civiltà contadina.
Quattro tavoli rustici per 16 persone in tutto, un altro tavolo per quattro all'esterno. Carta paglia da macellaio come tovaglia, un centinaio di bicchieri, cinque taglieri di legno, coltelli. Niente superalcolici. Unica concessione: la macchina per l'espresso. Venti passi più in là, una terrazza di legno protetta dal pergolato, a strapiombo sulle vigne, con panche per altre 12 persone e persino il frigo incastonato nella marògna, il muro a secco, per tenervi in fresco il Prosecco. Chi non ha mai visto il paradiso, qui ha un acconto: lo sguardo spazia a 180 gradi dalla valle del Piave alla laguna di Venezia, dal monte Grappa al Friuli.
Il sito www.gioiadivino.it è normalmente ricco di indicazioni stradali per aiutare i turisti a trovare facilmente i più bei posti dove trascorrere le proprie vacanze, in questo caso invece Vi invitiamo ad una specie di caccia al tesoro e lasciamo a Voi l'impegno di trovare l'osteria.