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Strada del Barolo alla scoperta di residenze signorili e belvedereVerduno - La Morra - Novello - Monchiero - Dogliani

Si parte da Verduno, definito 'Sentinella delle Langhe': il Belvedere, infatti, sulla sommità del paese, è uno dei punti panoramici più spettacolari e romantici che abbracciano tutta la Langa più nobile ed offrono ai visitatori il fascino di un luogo riposante e silenzioso.

Fonte: http://www.stradadelbarolo.it

Nel suggestivo palcoscenico di Piazza Castello sorge il maniero: di scuola juwarriana fu costruito intorno alla metà del Settecento; nel 1838 fu acquistato da Carlo Alberto che lo trasformò, prediligendone l'aspetto vinicolo, in una delle residenze più ricercate dei Savoia. Nacque qui, con la consulenza dell'enologo di casa Savoia, generale Staglieno, uno dei primi Barolo della storia. Ed è proprio nelle terre di questo incantevole paese che ha trovato il suo habitat ideale l'unico e particolarissimo vitigno Pelaverga piccolo che produce l'ormai famoso 'Verduno Pelaverga'.

Da Verduno saliamo verso La Morra, una delle capitali riconosciute del Barolo. In paese, via Umberto, l'antica via maestra su cui si affacciavano le botteghe, sale ripida verso il centro e raggiunge piazza Castello, il 'Belvedere': una grandiosa balconata protesa sulle Langhe e sulle Alpi, che offre uno spettacolo superbo e senza paragoni. Mezzo Piemonte si distende davanti al visitatore, in un susseguirsi senza fine di colline punteggiate da borgate, castelli e torri emergenti dai vigneti. Una meta da non tralasciare è la frazione Annunziata, a tre chilometri da La Morra, lungo la provinciale per Alba. Qui è visitabile il complesso romanico-barocco dell'ex convento benedettino di San Martino di Marcenasco, abbazia che rappresenta il nucleo più antico di La Morra: al suo interno i monaci coltivavano vigne di nebbiolo, moscatello e pignolo. Nelle cantine è allestito il Museo Ratti dei Vini d'Alba dove si racconta la storia del vino e della vite nella zona, evidenziata dagli antichi strumenti della vigna e della cantina, da documenti storici, tavole ampelografiche e cartine dei vigneti.

In località Brunate, una delle vigne più prestigiose di La Morra, richiama l'attenzione dei visitatori per la sua policromia accesa una piccola cappella, SS. Madonna delle Grazie. Costruita nel 1914 da un facoltoso contadino per radunare la gente che lavorava nelle vigne circostanti in caso di forti temporali o violente grandinate, non fu mai consacrata , nè tanto meno fu meta di pellegrinaggio dei fedeli. Col passare del tempo, non più fequentata e trascurata, andò in rovina. I fratelli Ceretto, titolari dell'omonima azienda vitivinicola, acquistarono nel 1976 alcuni ettari di vigneto nelle Brunate e proprio davanti a quella piccola costruzione ormai decaduta incontrarono l'artista inglese David Tremlett e insieme pensarono di recuperarla. Tremlett decorò l'interno, mentre l'artista americano Sol Lewitt, suo amico, intervenne all'esterno. Artigiani, artisti locali e non, hanno completato la spettacolare opera.

Da La Morra prendete la provinciale per Barolo - Novello, che vi offrirà un panorama davvero emozionante sulle colline della bassa e alta Langa, sui vigneti, sui castelli di Serralunga e Grinzane. Nella piccola frazione di Vergne è possibile percorrere un singolare itinerario alla scoperta di alcuni murales, con tema gli ' Aspetti della vita contadina', realizzati da pittori di Langa. Prima del castello della Volta, s'incontra, sulla sinistra, la cappella campestre di San Pietro de Vignoleis, cioè delle vigne, chiamata dai langaroli San Pietro delle Viole. Qui un'area attrezzata vi consentirà una sosta per godere della splendida vista sulle vigne del Barolo.

La strada per Novello passa sotto le mura del castello della Volta, un maniero imponente oggi in stato di semiabbandono. Costruito probabilmente nel XII - XIII secolo, fu in seguito acquistato dai Falletti che ne fecero la loro residenza abituale. Venne, però, presto ad avere una fama piuttosto singolare in quanto teatro di orge e festini. Ancora oggi le dicerie raccontano che, durante le notti di luna piena, nelle sale del castello si riuniscono le masche e le ombre di dame e cavalieri. Il maniero conserva i segni dell'antico splendore solo più nelle decorazioni delle finestre gotiche e nella torre cilindrica che domina il complesso.

In breve si raggiunge Novello, un bel paesino di poche case appollaiate sulla collina. L'ingresso al paese è caratterizzato dall'antica porta della torre medievale, ora campanile della parrocchiale di San Michele Arcangelo (1761 - 1783) costruita probabilmente su progetto dell'architetto monregalese Francesco Gallo. All'estremità opposta del paese, in posizione dominante sulla rocca, troviamo il castello della cui struttura originale medioevale, però, non è rimasta alcuna traccia.

Da Novello scendiamo alla volta di Monchiero, paese ora disteso nell'ampio fondovalle, ma in origine sorto su un colle da cui ha preso il nome, Mons Clarus. Attorno al Mille i primi nuclei familiari si insediarono qui, dove si ergeva anche il castello quale rifugio durante le scorrerie barbariche. Non durò molto, però, perchè già nel 1275 cadeva in rovina tanto da dover essere demolito; non sarà più ricostruito. Vale, inoltre, sicuramente la pena fare una passeggiata nel borgo di Monchiero Alto, che vi colpirà per il suo fascino, per l'atmosfera particolare che si respira e per l'incantevole paesaggio. Dell'antico borgo resta il Santuario della Madonna del Rosario, anch'esso da visitare, e un maestoso edificio caratterizzato da un suggestivo loggiato esterno, che si impone all'attenzione percorrendo la strada verso Dogliani. In paese, nel fondovalle, sorge la casa del pittore Eso Peluzzi, che qui visse e operò, nella quale è allestita una mostra permanente della sua produzione artistica.

Da Monchiero ci si immette nella fondovalle per raggiungere Dogliani, tappa conclusiva del nostro itinerario. Le quinte di colline che circondano il paese, impreziosite dalle mille geometrie di vigneti e campi coltivati, permettono di assaporare tutta la magia di questa terra e del suo prodotto di eccellenza: il Dolcetto di Dogliani. La città si presenta divisa in due parti: una alta, chiamata Castello, e una più bassa, il Borgo. In entrambi i quartieri, notevoli per pregio architettonico, sono le parrocchiali. Ancora oggi si può facilmente individuare il nucleo medievale, delimitato a Dogliani Borgo, dalle trecentesche porte d'accesso alla città, Porta Soprana e Porta Sottana e a Dogliani Castello, dal tipico assetto di 'ricetto', con il passaggio coperto di Porta Gabetti, ed il Torrione del palazzo dei Perno di Caldera (l'antico castello). Proprio in corrispondenza del Torrione medievale e della Torre Civica dell'orologio, c'è il belvedere, da cui si può ammirare lo splendido panorama. Merita una visita la Biblioteca Civica, dono della famiglia Einaudi ed intitolata al cittadino più illustre a cui questa terra ha dato i natali, il Presidente Luigi Einaudi. Situata lungo il fiume, ha sede in un edifico progettato dall'architetto Bruno Zevi. Non va dimenticata la Bottega del Vino, nata con lo scopo di valorizzare e promuovere il Dolcetto di Dogliani, è ubicata nelle suggestive cantine dalle volte di cotto e arenaria di un ex Convento di Carmelitani del 1500.

 

Fonte: http://www.stradadelbarolo.it