Facciamo un po' di storia. Come si diceva, si pensa che il fiasco sia stato inventato da Leonardo. Chiunque l'abbia ideato, pur sempre in Toscana e nel Duecento, si voleva rispondere alla necessità di proteggere il vetro delle bottiglie di vino nei trasporti. Per questo la base del panciuto contenitore è stata rivestita in paglia.
Poi, un po' per geolocalizzazione, un po' per tradizione, il fiasco è sempre stato abbinato al vino toscano per definizione (sopra, un dipinto di Bruno Benfenati), il Chianti Classico. Salvo poi essere vittima di un'abitudine molto da trattoria di quartiere o di osteria becera: il riutilizzo della bottiglia a mo' di primitivo decanter, per ospitare indegni vini della casa. Da lì l'immaginario comune che lo vede abbinato alla tovaglia a scacchi. Niente di più negativo per l'immagine del Chianti, tanto che molte aziende toscane hanno scelto di tagliare con la tradizione e passare alla più classica bottiglia di vino da 0,75.
A chiudere la partita è arrivato un divieto, per legge, di riutilizzare i fiaschi usati (nella foto tratta da qui, Gino Bartali). Per un motivo in parte igienico (chi non ricorda quella paglia virata al bordeaux a forza di gocce di rosso che cadevano?), ma soprattutto per la protezione del marchio del Chianti Classico.
Nonostante questa mossa, sono pochi i produttori toscani che non hanno abbandonato il fiasco per la semplice bottiglia. Un po' perché la fiaschetta continua a evocare la trattoriaccia ed evidentemente non fa pensare a un buon vino, ma anche perché le bottiglie impagliate a mano come tradizione vuole costano parecchio. Nuova spinta verso il ritorno alla tradizione, benché con un'anima innovativa, può arrivare appunto dall'esperienza della Ruffino e del suo fiasco. Una sana via di mezzo fra bottiglia e fiasco: slanciato come la prima, ma panciuto come l'ultimo e rivestito per un terzo di paglia. O meglio, quello che sembra un lungo giro di spago è in verità carta riciclata, con buona pace degli ambientalisti. E del direttore marketing dell'azienda, che dopo aver visto i dati di vendita del fiasco Ruffino avrà forse stappato uno champagne.